IN VIAGGIO
Ore 13:00, parte il mio volo, direzione Parigi, per poi
prendere appena un’ora dopo (in maniera rocambolesca) il volo diretto a
Ouagadougou la Capitale del Burkina Faso, e meta del mio viaggio.
La mia mattina, inizia con qualche preoccupazione, in
primis, scorgo l’occhio sulla lista degli effetti indesiderati del Malarone
(medicina che si prende per prevenire la malaria), e bene, la lista e’ molto
allarmante, si legge: attacchi di panico, vedere e sentire voci
“allucinazioni”, pianto e tante altre cose poco rassicuranti! Averle lette, mi
condiziona molto, ma fortunatamente per ora va tutto bene.
Dopo aver fatto scalo a Parigi, sono finalmente sul volo per
l’Africa, tra 30 minuti, il mio aereo atterrerà in Burkina, non so se c’e’ il
fuso orario e di quanto sia la differenza e quindi non riesco a capire se il
mio volo e’ in ritardo, spero soltanto di trovare i membri della Onlus, ad
aspettarmi all’aeroporto, questa e’ senza dubbio la mia terza preoccupazione
del viaggio, dopo gli effetti indesiderati del Malarone, e il riuscire a
prendere la coincidenza del volo Parigi-Burkina (obiettivo raggiunto).
Atterrato all’aeroporto, trovo puntualmente ad attendermi,
Andrea (Presidente dell’Associazione "si può fare onlus") e Claudia, medico e
figlia del VicePresidente della Onlus.
Andiamo alla “MISSIONE”, una sorta di fortino, gestito dalle
suore, dove al suo interno sono presenti: una chiesa, una scuola, due mense
(una per i bambini disagiati e una per i volontari o genitori che vengono ad
adottare un bambino), 3 palazzine dormitorio con varie stanze per gli ospiti e altrettante per le persone che lavorano o studiano alla Missione, poi e' presente un orto (costruito con l'aiuto della Onlus) e un
ufficio per ricevere le mamme e le persone che si recano a chiedere aiuto.
Lasciata la valigia in camera, andiamo subito fuori dalla
Missione, a prenderci una birra ad un chiosco. La zona dove ci troviamo, e’ la
periferia a Nord Ovest della città, che si chiama Tampouy, questo e’ un
quartiere che come tutti gli altri ad esclusione del limitato centro città, e’
formato da una lingua di cemento (la strada) con ai lati terra rossa,
costeggiata da una fogna a cielo aperto, e infine tutte baracche lungo la
strada. Il”chiosco” dove andiamo a bere una birra (la Brakina, birra del
posto), e' come tutti gli altri bar e case: "una semplice baracchetta"! la sua la particolarità (per
me, ma qui e’ cosi nel 95% dei posti) e’ che il tavolino, e’ posizionato sopra
una fogna, che fortunatamente e’ vuota. Il prezzo e’ quasi irrisorio, 600
franchi (80 cent di euro) per una bottiglia da 66cl.
La povertà e’ molto evidente, io ho visitato anche l’Albania
nei miei viaggi e mi aveva impressionato molto, ma qui, e’ tutta un’altra cosa!
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