mercoledì 29 febbraio 2012

TERZO GIORNO



TERZO GIORNO
Ore 4.30, suona la sveglia, io e il mio compagno di stanza ci svegliamo.

Il suo nome e’ Francesco un ragazzo di Firenze che ha 24 anni, anche lui volontario in Burkina, l’abbiamo conosciuto alla Missione, dove fa il volontario e dove pernotta. Non e’ venuto con la Onlus “Si può fare onlus” ma con un’altra: Movimento Shalom. Essendo da solo, si aggrega volentieri al nostro gruppo.
Io e Francesco abbiamo molte cose in comune, sarà una figura molto importante per questa mia esperienza africana, e per questo ne ho dato una breve descrizione.

Dopo una fugace colazione, ci dirigiamo verso il Parco Nazionale per vedere qualche animale tipico dell’Africa. Alla fine del Safari, possiamo annotare: un gruppo di elefanti, qualche coccodrillo e delle gazzelle, niente di che, ma lo sapevamo, il Burkina non e’ certo un posto turistico, o si viene per affari o per il volontariato, non e’ il Kenya! Comunque il bagno degli elefanti nel laghetto e’ stato molto affascinante.

Dopo pranzo, ci rimettiamo in macchina per tornare a Ouaga, fa caldissimo, sono 3 ore di fuoco in quel vecchio furgoncino, e come se non bastasse, oltre al caldo, si aggiunge la terra rossa che entra dalle fessure della macchina! un incubo per chi come me, soffre di allergia alla polvere.













Tornati alla Missione, mi reco all’ufficio di Suor Sabine (la suora capo della Missione), per versare la quota di adozione a distanza di un bambino, fatta dall’Associazione Giovani per Il Lazio.
La Suora, tira fuori dal cassetto decine e decine di schede di bambini bisognosi di un’ adozione a distanza, come e’ ovvio (almeno per me), decido per l’adozione del bambino che si trova sulla prima scheda a me sottoposta, non mi piace scegliere, non c’e’ niente da scegliere, tutti hanno bisogno allo stesso modo.
Il bambino, si chiama Erick Zongo, ha 3 anni e vive con la madre e 2 fratellini, il padre e’ morto. Compilo la scheda di adozione a distanza a nome di Giovani per il Lazio, e verso i 200 Euro di quota che basteranno per un anno! Sono emozionato, anche perché la suora, mi ha detto che potrò incontrarlo!
Erick qui ha una famiglia, e quello in cui credo, e’ che lui abbia il diritto di vivere in maniera dignitosa nella sua terra natia, e se un domani vorrà lasciarla, sarà solo il frutto di una libera scelta.

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