lunedì 12 marzo 2012

OTTAVO GIORNO



OTTAVO GIORNO

Ore 9:00, si va a scuola ad insegnare italiano ai ragazzi, oggi arriviamo un po’ in ritardo, colpa del tassista che non conosce come arrivare al villaggio (cosa abbastanza comune qui, che i tassisti non conoscano le strade).  L’autista e’ una brava persona, proviene dal Benin, e per la seconda parte della mia permanenza in Burkina, sarà lui a portarci in giro. Una cosa che lo distingue dagli altri, e’ che e’ sempre profumato e con la camicia, altra particolarità, e’ che pulisce in maniera maniacale la sua vecchissima Mercedes color verde, non  vuole arrendersi alla terribile terra rossa del Burkina.
Arrivati alla scuola, vediamo i ragazzi che stanno svolgendo la lezione di laboratorio, gli insegnano a costruire cinture e portafogli fatti di carta, per poi passare al cuoio. Aiutiamo come possiamo.
Il laboratorio e' parte essenziale della loro istruzione, aumenta di molto la loro capacità di potersi garantire un sostentamento attraverso il lavoro.





Dopo il laboratorio, inizia la lezione di “Morè”, lingua indigena  molto comune tra i bambini di strada, che per la maggior parte non conosce il francese. Bisogna sempre tenere a mente, che parliamo di una popolazione che per meno del 30% e' alfabeta!
Dopo la lezione di Morè, inizia la nostra lezione di italiano, questa volta ci concentriamo sulla Geografia. La cosa sorprendente e' che la maggior parte degli alunni, non sa neanche dove e' situato il Burkina Faso.

Finita la scuola, torniamo a pranzo a casa, oggi pomeriggio incontrerò finalmente Erick, il ragazzo adottato a distanza dall’Associazione Giovani per il Lazio.
E’ un bambino di 3 anni, arriva alla Missione insieme alla mamma e al fratellino neonato, il padre e’ morto, la loro e’ una famiglia  poverissima! Non hanno nemmeno una casa!!! Si vede subito che e’ uno degli ultimi, la sua povertà e’ spietatamente visibile, rispetto ad altri bambini. Oltre all'offerta per l'adozione, gli regalo dei giocattoli, del vestiario e delle caramelle, apprezzatissime!!!!
Mi guarda con diffidenza (giustamente), non comprende cosa voglia da lui questo bianco che senza ragione apparente, lascia regali a lui, che non ha fatto niente!
Rimaniamo insieme per un’ora, penso già al prossimo anno, sperando di vederlo, grazie alla donazione, in condizioni migliori. Spero inoltre, che riesca a salvarsi dalla siccità che colpirà l'Africa, che secondo i dati della FAO, porterà alla morte più di 2 MILIONI di persone in tutta l'area (Burkina, Costa d'avorio, Ghana, Mali)!!!



Arriva la sera, io e Francesco usciamo per la mia ultima sera, con Ina e Isabel,  e come tutte le sere e’ un immersione nell’altro Burkina, quello fatto da chi non ha problemi di cibo o altro. Ormai mi sembra di affrontare una vita parallela, la sera e’ come se stessi in un altro Paese e in un’altra situazione, sembra quasi un viaggio di piacere!
La sera scorre con un po’ di malinconia, ad Ina le scappa qualche lacrima a tavola, dice di non sopportare l’idea che io debba partire, per uno strano caso di incomprensione, pensava che restassi lì per sempre, e la notizia della mia partenza, risultava essere assolutamente contrastante con quando lei immaginava o si era prefissata. Non ho fatto niente per attenuare il suo dolore, non sono tipo da frasi ipocrite, la nostra situazione e’ molto difficile! e' come se vivessimo in due mondi diversi.... 

Nessun commento:

Posta un commento