sabato 3 marzo 2012

SESTO GIORNO



SESTO GIORNO

Questa mattina ci siamo recati all’Università, che e’ ubicata in un quartiere povero all’interno di un centro costruito e gestito dal “movimento Shalom”. L'Ateneo e’ privato, e borse di studio a parte, e’ frequentato da persone molto abbienti. 
Inaspettatamente, mi viene data la possibilità di frequentare le lezioni, che quella mattina a quell’orario, erano di Economia Politica. La classe e’ piccola, composta da 7 studenti, la lezione e' di alto livello. Il prof e’ un ragazzo sulla trentina, molto preparato, nelle 2 ore di lezione, mi tratta come uno studente. La lezione naturalmente e’ in francese, lingua che io riesco a comprendere, ma comunque il professore, finita ogni parte della spiegazione, si ferma e rispiega a me in inglese, spesso anche interrogandomi con mio grande terrore! ogni domanda, mi costringe a fare un grande sforzo di memoria, sono argomenti che ho studiato 3 anni fà! , ovviamente non mi va di farmi cogliere impreparato e di far fare brutta figura all'Università italiana....
Gli studenti sono preparati e curiosi, hanno voglia di imparare. Sul loro banco, hanno quasi tutti il computer portatile, una rarità da queste parti!
La lezione scorre piacevolmente.
Ora di pranzo, torno alla Missione, non prima però di essere passato insieme allo chauffeur del movimento shalom, a consegnare il pranzo per i ragazzi di strada che studiano nella scuola pubblica di Shalom, in un villaggio lì vicino.
Dopo pranzo mi reco nuovamente con Francesco, in questa scuola, lui insegna qui da 2 settimane, mi racconta che i primi giorni sono stati molto difficili, gli undici ragazzi che compongono la classe,  di età compresa tra i 14 e i 17 anni, erano molto poco rispettosi nei sui confronti, poi grazie alla tenacia e’ riuscito ad instaurare un buon rapporto con loro. Quindi la classe che mi trovo di fronte, e’ già pronta per seguire in maniera composta la nostra lezione.
Ore 17:30, arriva l’ora del match tanto atteso, Italia-Burkina Faso, i ragazzi della classe, sfidano noi della Onlus, in una partita di calcio. Sono 2 settimane che lo chiedono a Francesco ed ora e’ arrivato il grande giorno. Il campo, e’ un pezzo di terra adiacente la scuola ed e' circondato da casette fatte di fango, le porte sono formate da due sassi. La partita inizia, i ragazzi giocano con ai piedi, una sorta di ciabatte di gomma semichiuse, le stesse che usavo io da piccolo al mare, altri invece sono scalzi e altri ne hanno una in un solo piede. La partiti finisce 6-2 per l’Italia. Il match e’ stato un evento, intorno al “campo”, tutto il villaggio si e' riunito per guardare i bianchi giocare.
Arriva la sera, ed io e Francesco, usciamo a cena con le nostre amiche (Ina e Isabel), andiamo in un ristorante europeo, e’ frequentato da molti bianchi. Dopo aver mangiato una pizza, ci rechiamo in un garden, dove troviamo una band del Burkina che suona musica tipica con bonghi e altri strumenti. Si fa tardi, e domani mattina si lavora. Salutiamo dandoci appuntamento per la sera dopo. 










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